Premesso che, nonostante sia relativamente vicino a noi, di questo piccolo, meraviglioso Paese incastonato tra i monti a sud del Caucaso (metà della superficie ha un’altitudine media di 2.000 m/slm), della sua storia millenaria e della sua immensa cultura, si sa davvero poco. Forse perché attrae/predilige un ospite di nicchia e non è ancora, per fortuna, contaminato dal turismo di massa.

Hayasta, il nome con cui gli armeni ancora oggi chiamano il loro Paese, deriva da Hayk, secondo la tradizione, discendente diretto di quel biblico Noè che, alla fine del diluvio universale, approdò con la sua arca sul monte Ararat, l’imponente montagna che domina il paesaggio dalla parte in cui il Paese confina con la Turchia. Ed è proprio alle pendici di questo monte che san Gregorio Illuminatore nel 301 d.C. riuscirà a convertire il re e l’intera nazione al Cristianesimo, facendo così dell’Armenia la “culla del Cristianesimo”, quale primo paese al mondo ad averlo adottato come religione di Stato.

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Pur tuttavia, quantunque la cristianità rappresenti da sempre un vero caposaldo dell’identità armena, sopravvivono ancora delle tradizioni pagane, come ad esempio quella del matagh, il sacrificio di un animale (gallina, pecora o maiale) per invocare l’aiuto divino, e oltretutto praticato in uno dei più importanti monasteri, quello di Khor Virap (in armeno significa “prigione in profondità”), lo stesso dove san Gregorio, imprigionato e incatenato per tredici anni in una cripta sotterranea, venne tenuto in vita da alcune donne che di nascosto gli portavano, appunto, del cibo. O quell’altra della Candelora, atta a rievocare la presentazione di Gesù al Tempio mediante l’accensione collettiva di candele e fiaccole benedette, da cui è mutuata la pratica di servirsi del loro fuoco per illuminare altre candele da portare nelle case delle coppie sposate da un anno, obbligandole a saltare sopra le fiamme per liberarsi dagli spiriti maligni.

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Ma l’Armenia è soprattutto un Paese di antichi monasteri, costruiti per lo più in tufo, basalto e granito, materiali litici di cui è ricco. D’altro canto l’architettura religiosa armena è basata sulla solidità e sobrietà, al contrario di quella bizantina cui spesso viene erroneamente assimilata, e gli unici elementi decorativi che propone sono gli eleganti lavori di incisione sulla pietra viva, o le nicchie e i khachkar, allocati nei muri delle chiese. In particolare questi ultimi, letteralmente croci-di-pietra, sono lastre di tufo su cui vengono scolpiti simboli cristiani come, ad esempio, la croce con la base fiorita ad evocare la continuità della vita. Un tipico esempio di architettura medievale è il monastero di Geghard, situato in fondo ad uno stretto e spettacolare canyon lungo il quale scorre il fiume Azat. Geghard significa “monastero della lancia” poiché si dice che proprio lì veniva custodita la lancia con cui fu trafitto il costato di Cristo, ora esposta nel tesoro di Echmiadzin. Più a sud, quasi al confine con il Nagorno Karabakh, si trova Tatev, di recente collegato a Goris dalla funivia più lunga del mondo (circa 6 km.), un complesso monastico fortificato con una cinta di imponenti mura provviste di camminamenti dai quali è possibile ammirare il panorama mozzafiato sulla valle sottostante. Più a est, sulla penisola di Sevan, affacciato sull’omonimo lago, si trova Sevanavank, uno dei luoghi più significativi per la storia e la cultura armene. Fondato da san Gregorio Illuminatore, dopo il saccheggio e la distruzione perpetrati dall’invasione mongola, fu ricostruito nella prima metà del XV secolo ma, durante il regime sovietico, le sue pietre vennero utilizzate per costruire una grande casa di riposo. E solo negli anni ’90 un accurato restauro lo riporterà all’antico splendore.

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Il Tempio di Garni è, invece, l’unico edificio pagano ancora esistente, a testimonianza della grande influenza che l’arte e la cultura ellenistiche hanno esercitato in questo Paese. E’ costruito nel rispetto dei principi di quella geometria sacra, poi perfezionata dai pitagorici nella Grecia antica, secondo cui era possibile mettere insieme/accostare in un unicum armonico numeri e forme. L’idea di base era quella di coniugare ed unificare l’umanità con il cosmo; ai numeri sacri veniva infatti attribuito un significato esoterico e se utilizzati in determinate combinazioni, gli dei non solo si sarebbero placati ma avrebbero altresì favorito l’accesso del nuovo membro (o iniziato) nella grande famiglia metafisica.    

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E non trascurando, infine, che ad un patrimonio artistico e culturale di prim’ordine, caratterizzato com’è da architetture religiose impreziosite da sacre icone e croci monumentali, biblioteche ricche di antichissimi manoscritti, possenti fortezze medievali e straordinari siti archeo-rupestri, fanno da contraltare paesaggi sempre mutevoli, estesi campi di grano, innumerevoli corsi d’acqua, valli rigogliose, steppe erbose e macchie boschive, sulla cui descrizione (che, peraltro, richiederebbe uno spazio a sé) preferisco non soffermarmi per non privare lo spettatore anche più smaliziato dell’effetto sorpresa.

Odisseo 

Reports del trekking-tour di Giugno ’14.

“Vi scrivo appena arrivata a Palermo e prima di essere inghiottita dal solito frenetico tran tran. Il nostro viaggio in ARMENIA è stato bellissimo, si tratta di una formula straordinariamente efficace. Ci sono piaciuti i posti, il trekking, il cibo, la cultura e la religiosità degli armeni. Abbiamo potuto apprezzare tutto questo grazie a Vahe, la nostra guida, una persona davvero fuori dal comune. Siamo stati informati, le nostre esigenze (e i capricci) hanno ricevuto sempre risposta, siamo stati coccolati con ciliegie, dolciumi e cognac, abbiamo ricevuto un regalo di addio (un calendario e dei cioccolatini) e l’ultima sera abbiamo mangiato una torta con tutti i nostri nomi. Si è creato subito un buon affiatamento tra di noi che, se fossi in Voi, non lascerei spegnere. Proponeteci un altro viaggio come questo e saremo felici di ripartire. Grazie a Voi abbiamo trascorso degli indimenticabili giorni felici.  Un saluto cordialissimo.”

Giovanna Fiume (unipa) ed Alessio Campione

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“Di ritorno dal nostro viaggio in Armenia io e mia moglie non possiamo far altro che complimentarci con gli organizzatori. E’ stato un bellissimo viaggio ricco di emozioni durante il quale abbiamo imparato a conoscere ed amare l’Armenia. Il gruppo è stato molto affiatato. Ma soprattutto il merito di tutto va senz’altro alla nostra guida Vahe, che veramente ci ha insegnato tanto e ci ha coccolato anche tanto. Non posso fare altro che associarmi a quanto detto da Giovanna Fiume nel suo commento. Vahe ci ha fatto conoscere, leggendocele, poesie di poeti armeni che sicuramente nessuno di noi avrebbe avuto un’altra opportunità per conoscerli. Vahe ci ha anche emozionato facendoci ascoltare un coro di voci all’interno di un monastero, l’ultimo che abbiamo visitato: è stato un momento assolutamente intenso e toccante. Speriamo di avere qualche altra esperienza similare, magari con lo stesso gruppo. Grazie ancora e cordiali saluti.”

 Eleonora e Salvatore Ragusa (unipa)

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“Non possiamo che associarci a quanto scritto da Salvatore e da Giovanna. Abbiamo passato tanti giorni indimenticabili in un gruppo ben affiatato e con Vahe che è stato perfetto. Una guida colta, ben introdotta in tutti gli ambienti che visitavamo, che ci ha trasmesso l’amore per questa terra e per questo popolo e ci ha coccolato. Luoghi bellissimi, storia e cultura e anche qualche camminata. Speriamo di riuscire a ripetere un’esperienza come questa in un altro luogo con i nostri simpatici compagni di viaggio.”

 Daniela e Domenico Prisco (unifi)

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“Il viaggio in Armenia è stato molto bello, ben organizzato e per alcuni aspetti affascinante. Non ci sono state difficoltà di nessun tipo. Una menzione particolare va fatta per la guida (Vahe), che è stato eccezionale per disponibilità, competenza e pazienza. Cordiali saluti.”

 Sabrina ed Andrea Errera (unicz)

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“Il nostro viaggio in Armenia è destinato a restare nella nostra memoria come esperienza felice, legata alla bravura e cortesia della nostra guida Vahe, sempre attenta a farci comprendere la profondità della cultura armena ed a renderci allegra e facile la visita nei luoghi più impervi. La fortuna ha anche voluto che l’intero gruppo fosse composto da persone gradevoli e simpatiche, tali da rendere possibile la rapida formazione di un gruppo ben affiatato. Grazie per l’opportunità che ci è stata fornita.”

Luisa e Carlo Alberto Beltrami (uniud)
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Reports del trekking-tour di Settembre ’14.
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“Il viaggio è stato bene organizzato, la guida ottima, i posti stupendi. Ho imparato molto sull’Armenia ed il suo popolo. Posso dire con estrema serenità che la visione del popolo armeno che avevo prima di questo viaggio è stata completamente stravolta. Ancora una volta dico che riprendere notizie di un popolo da libri, giornali o documentari non serve a molto, bisogna andare sul posto, parlare con la gente, osservare con occhio attento, domandare, domandare, domandare sempre. Consiglio il viaggio a tutti.”
Ada Ciliberti (luiss)

 

“Siamo già presi dal vortice degli impegni di lavoro ma vorrei ringraziarvi dell’opportunità che ci avete dato di poter visitare un paese così suggestivo come l’Armenia. E’ stata una visita emozionante sia per gli aspetti culturali che per quelli spirituali e naturalistici. Sicuramente il mese di giugno sarebbe stato più adatto per chi ama la natura, ma anche la fine dell’estate ha il suo fascino in questo paese dal clima così arido. Un ringraziamento particolare va a Vahe, la nostra guida, che si è prodigato affinché il nostro soggiorno fosse dei più piacevoli. Egli rispecchia l’ospitalità di un popolo che ha una lunga storia costellata da momenti di gloria e da profonde ferite ancora aperte. Grazie ancora Vahe!”

 Cinzia e Mauro Iberite (uniroma1)

Noi e l'Ararat

“Voglio solo manifestare la mia piena soddisfazione per il viaggio appena concluso in Armenia. La scoperta di un paese straordinario è stata resa possibile grazie ad un’organizzazione perfetta sotto una guida eccezionale per preparazione, professionalità, disponibilità, umanità. E’ vero che alcuni eventi previsti dal programma, come incontri con personalità accademiche e religiose, non si sono svolti, ma tutte le giornate sono state piene ed intense di attività sia fisiche sia culturali. Ho apprezzato, altresì, la scelta di evitare – nei limiti del possibile – sedi di ristoro e di sosta al centro dei circuiti turistici, oltre all’eccellente rapporto tra qualità dell’offerta e prezzo corrisposto. Dunque un giudizio pienamente positivo anche per la formula che sono disposto a riprendere in considerazione in futuro per altre mete. Ringrazio per l’opportunità. Con cordialità.”

Gaia e Paolo Poccetti (uniroma2)

 

“E’ stato un viaggio splendido da tutti i punti di vista: l’organizzazione, la guida sul posto e quanto vissuto, visitato e capito di questo Paese bellissimo come l’Armenia. Si sa poco dai testi qui in Europa-Occidente ed invece è un Paese ricco di cultura, storia, arte, natura e religione! Ho ricevuto molto di più delle aspettative, e invito tutti a visitarlo e conoscerlo, ne vale!”

Marghy Romanelli (antonianum)

Tatev

“Il viaggio in Armenia è stato perfetto: Vahe, la nostra guida, ci ha condotto con professionalità e competenza attraverso i luoghi e la storia del suo paese, che ben conosce ed ama ancor di più. Paesaggi splendidi nella loro veste di fine estate, chiese e monasteri dove la pietra magistralmente scolpita cattura sempre la tua attenzione e ti meraviglia… Ma non solo le mete che abbiamo raggiunto hanno reso questo viaggio speciale: anche l’organizzazione, la scelta dei ristoranti e degli alberghi, le guide ai musei e…. le camminate che hanno condotto il nostro gruppo di “pellegrini” ben assortito attraverso questa terra meravigliosa e poco conosciuta!”

Anna Maria Tron